CICLO PRODUTTIVO A IMPATTO ZERO

Chi l’ha detto che le cave e  le industrie di marmo inquinano sempre? 

L’azienda SO.CO.MA. S.r.l. ha vinto la moderna sfida del “ciclo produttivo a impatto zero”. Nello giacimento di pietra calcarea, creato nel 1971 nel bacino marmifero del Perlato Royal a Coreno, di fronte al golfo di Gaeta, da un’intuizione del patron dell’azienda, Domenico Mattei, presto, nasce l’impianto di frantumazione, capace di produrre una serie di prodotti di diversa granulometria. E il mercato della società si fa mondiale: esportazioni di blocchi di marmo e di prodotti finiti raggiungono l’Europa, l’Asia, l’America e l’Africa.

Nel 2014, la seconda generazione della SO.CO.MA. propone nuove idee: prodotti per l’edilizia denominati “TERRE DI CORENO”, in omaggio alla terra in cui questi imprenditori si identificano. Grazie alle elevate e trasversali proprietà intrinseche del carbonato di calcio ricavato dal Perlato Royal, le TERRE DI CORENO sono un prodotto all’avanguardia nel settore dell’edilizia, e sono molto apprezzate dai professionisti del settore: architetti, ingegneri, designer, decoratori e artisti.

Come riescono a raggiungere l’impatto ambientale pari a zero? 

Sono loro stessi a spiegarlo.

Una famosa legge della termodinamica afferma che “tutto si crea e nulla si distrugge” e con una semplicità inaudita descrive tutti i nostri problemi ambientali. Qualsiasi azione dell’uomo comporta una trasformazione della materia e quindi dell’ambiente in cui viviamo.

E’ impensabile concepire l’umanità senza produzione, da cui deriva lo sviluppo intellettuale, culturale e il benessere collettivo dell’uomo. Qualsiasi produzione o azione dell’uomo genera inquinamento. È quindi utopistico pensare a un mondo senza industrie o inquinamento.
Nella produzione di un qualsiasi oggetto sono implicati numerosi processi basati sul consumo di energia, generalmente appartenenti alla sfera delle combustioni di gas, carboni o derivati del petrolio. Ciò è indispensabile per l’estrazione delle materie prime, per il loro trasporto, la loro trasformazione, la fabbricazione o l’assemblamento di un prodotto, la sua distribuzione e il suo uso (o consumo), l’utilizzo di macchinari e strumenti, l’impiego di forza lavoro umana, eccetera.
Uno dei principali problemi ambientali della nostra generazione è l’ “effetto serra”. La comunità scientifica ha identificato le emissioni di anidride carbonica tra le principali cause dell’effetto serra. Negli anni la coscienza sociale ha cominciato a porre sempre più attenzione, arrivando a studiare un sistema per calcolare l’impatto energetico di qualsiasi prodotto (o azione), calcolato in emissioni di anidride carbonica (CO2). Da queste considerazioni è nata la cultura dei prodotti a impatto zero o ecosostenibili.

Sulla base di queste direttive la So.co.ma è fiera di poter seguire il “Life Cycle Assestment”, prendendo in considerazione tutto il ciclo di vita dei prodotti e analizzando complessivamente il loro impatto ambientale.

Questa analisi comprende tutte le fasi di produzione, cioè viene calcolata l’estrazione delle materie prime, il loro trasporto e trattamento di lavorazione, la fabbricazione stessa del prodotto e la distribuzione con il trasporto. È facile capire che ridurre a zero l’impatto energetico di un prodotto o di un’azione è impossibile poiché niente può essere generato senza l’impiego e il consumo di una qualche fonte di energia. L’azienda cerca di ridurre al massimo le emissioni di anidride carbonica generate dalla produzione, evitando qualsiasi spreco (recupero degli scarti di cava) e riducendo i trasporti (localizzazione del sito produttivo nelle vicinanze del bacino marmifero).

Gli obiettivi della cultura dei prodotti a impatto zero che l’azienda si è prefissata sono:

L’azienda si impegna a realizzare prodotti ottenuti con metodi di produzione sostenibili per l’ambiente. L’approvvigionamento delle materie prime, infatti, avviene attraverso il “recupero” degli scarti di lavorazione di cava.

L’azienda utilizza unicamente materia prima di propria produzione. Circa l’86% del prodotto finale è composto dal semilavorato ottenuto dalla lavorazione della materia prima, che avviene nell’impianto di trasformazione di proprietà dell’azienda, sito nelle vicinanze del bacino marmifero.

La materia prima proviene da un ambito territoriale, inferiore ai 20 Km dalla sede di trasformazione, riducendo notevolmente l’inquinamento connesso al traffico delle merci. Il bacino marmifero, da cui si recupera la materia prima, e l’impianto di trasformazione, dove avviene la lavorazione del semilavorato in prodotto finale, distano meno di 1 km, riducendo notevolmente le emissioni di CO2 nell’atmosfera 

Fonte articolo: Eco del Gari

2017-06-08T14:27:39+00:00